Sono sempre rimasto molto colpito da un lavoro del 2008 del prof Alex Bach.
Un lavoro fatto su 47 allevamenti spagnoli che avevano delle caratteristiche particolari: la razione era la stessa per tutti gli allevamenti così come il livello genetico poiché tutto veniva gestito da una cooperativa. Ebbene, il livello produttivo degli allevamenti era diversissimo, fino a 13,2 kg di differenza per capo passando da 20,6 kg per il meno produttivo, fino ai 33,8 per quello più produttivo.
La ricerca metteva in luce che la differenza produttiva era spiegata da fattori manageriali e il 56% della variabilità era imputabile a tre fattori:
1- accrescimento delle manze ed età al parto;
2- gestione della mangiatoria;
3- numero di cuccette per vacca presente.
Recentemente riflettevo sulla vacca più produttiva al mondo, Aftershock, che in una lattazione da 365 giorni ha prodotto 35.450 kg con una percentuale di grasso e proteina degna di nota.
Questi sono numeri impressionanti e ancora lontani dalla quotidianità, ma tutti abbiamo nelle mandrie vacche che ci fanno pensare: “dovrei avere più vacche come questa!”.
Nel giro di qualche anno ci troveremo veramente ad avere a che fare con molte più vacche, forse intere mandrie, che esprimeranno potenzialità mai viste.
Come faremo a stargli dietro?
Siamo al giusto livello manageriale, nutrizionale, mentale, imprenditoriale per poterle sostenere?
Ecco, credo che queste domande dovrebbero meritare grande attenzione tra gli allevatori e gli addetti del settore poiché ne va del futuro di tutti.
Chiaramente non possiamo pensare al futuro senza pensare che quel cambiamento li, quella maggiore attenzione che serve su ogni punto della stalla da latte, comincia già da ora:
Non si può cominciare nessun percorso di crescita gestionale senza sapere come sta andando realmente il proprio allevamento, mancano ancora in molti casi numeri e dati attendibili non solo sulle vacche in produzione.
Ogni dato tecnico deve avere un obiettivo tecnico-economico, non basta raccogliere dati se non servono a prendere decisioni per poi essere verificate a scadenze prestabilite.
La stalla deve essere “popolata” da collaboratori che diano un vantaggio competitivo all’azienda, che stimolino l’azienda a guardare avanti, che portino con competenza sempre cose nuove, stimoli nuovi e proposte innovative valide. Chi è preoccupato di occupare posizioni non serve al futuro dell’azienda
di Andrea Pesenti
Non solo nutrizione
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